Pubblichiamo il testo della mail inviata alle OOSS regionali:
A CGIL, CISL, UIL, USB
Con riferimento alla legge 30 luglio 2010, n. 122: “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica” e agli atti di diffida inoltrati dai Colleghi all’Amministrazione Universitaria in relazione al disposto dell’articolo 12, comma 10 della predetta norma, riguardante la ritenuta del 2,5% sull’80% dello stipendio tabellare:
- rilevato che il Servizio Gestione Trattamento Economico e Previdenziale dell’Università di Pavia, su sollecitazione sindacale, in seduta di contrattazione decentrata e con successiva nota prot. 13707 del 6/4/2012 inviata a tutto il Personale (tecnico-amministrativo e docente) ha rappresentato che l’Ateneo di Pavia, pur non condividendo le interpretazioni della normativa fornite dall’INPDAP con circolare n. 17 dell’8/10/2010 e con note operative n. 6 del 2/2/2011 e n. 5 del 17/2/2011, in qualità di Pubblica amministrazione, non può esimersi dal versamento della contribuzione all’INPDAP, che rappresenta l’Ente erogatore di pensione e liquidazione;
- considerato che la sentenza del TAR della Calabria, depositata il 18/1/2012, ancorché non definitiva, ha validità esclusivamente per i ricorrenti;
- tenuto infine conto che, come riportato nell’atto di diffida, se è certamente possibile in via teorica per i Lavoratori adire alle vie legali, ciò lo è meno da un punto di vista pratico per i costi non indifferenti – considerata anche la nota entità degli stipendi del Pubblico impiego – che singoli ricorrenti dovrebbero sostenere,
le RSU dell’Università di Pavia invitano le OO.SS. nazionali confederali e di categoria a promuovere iniziative collettive (class action) e/o di sensibilizzazione parlamentare al fine di giungere alla risoluzione del contenzioso in modo chiaro e definitivo.
Pavia, il
La RSU dell’Università di Pavia