La RSU ha più volte evidenziato, e per tempo, tutte le lacune di questo “sistema”, di cui la stessa Amministrazione ha ammesso le carenze, sottolineando come, prima di tutto, la valutazione si effettui sui comportamenti organizzativi e non sul lavoro svolto e come non sia, in alcun modo, legata ad obiettivi di sorta.
L’Indennità mensile di Ateneo (IMA) è una tra le voci del salario accessorio: il suo importo è contrattato. Una parte dell’IMA è fissa, ed è ripartita su tutto il PTA nella misura di 47 euro lordi al mese.
La quota residua, derivante dalla voce destinata all’IMA e da risparmi da altre voci del fondo accessorio, viene distribuita in base alla valutazione.
A tale scopo sono state individuate 4 classi nelle quali collocare i dipendenti e alle quali corrispondono quote ad integrazione del fisso mensile.
Per il 2011:
- classe A + 0
- classe B + 13
- classe C + 23
- classe D + 33
Molti Colleghi lamentano il fatto che la loro scheda di valutazione 2011 “non corrisponde” alla classe nella quale sono stati inseriti; come esposto sopra, le classi A B C D in cui il Personale è stato inserito – e che sono visibili su curricula, https://mitch.unipv.it:4443/curricula/ o sul cedolino, https://csaweb.unipv.it/ – NON riguardano la valutazione, ma il criterio per distribuire l’incentivo.
Il processo relativo alle valutazioni 2011 si è concluso diversamente da quello del 2010, quando, per la distribuzione dell’IMA residua, la collocazione in classi era stata “falsata” dai “correttivi” applicati dall’Amministrazione per ovviare all’inadeguatezza di una buona percentuale dei valutatori.
Nel 2011 si è pertanto ritenuto di introdurre la nuova figura del “Responsabile della struttura” (Dirigente e Direttore di Dipartimento). Il Responsabile si è occupato di collocare il personale afferente alla propria struttura (e già valutato, spesso da altri) nelle classi ABCD, sulla base di una graduatoria inviata dall’Amministrazione e ordinata in base al punteggio ottenuto nella scheda di valutazione.
Ricordiamo a tal proposito che la riorganizzazione avviata dal nostro Ateneo nel corso del 2012 e conclusasi nel 2013 ha accorpato parecchie strutture che hanno accolto molti Colleghi provenienti da strutture diverse che, a gruppi, erano stati già valutati dai loro precedenti responsabili.
Il nuovo Responsabile, ricevuta la graduatoria, ha avuto il compito dall’Amministrazione di (citiamo) “armonizzare il metro di valutazione” senza peraltro poter in alcun modo, modificare la scheda 2011 né variare il punteggio ottenuto, potendo soltanto, in alcuni casi, effettuare variazioni nella graduatoria, motivandone ogni possibile scostamento presso l’Amministrazione.
Considerato, infine, che l’Amministrazione vuole evitare la pubblicazione presso le strutture di graduatorie anonime che riportino il punteggio dei valutati e le classi attribuite dai nuovi responsabili, giustificando tale posizione con la tutela della privacy, abbiamo richiesto i dati del PTA collocato nelle varie classi diviso per struttura e ribadito i seguenti punti:
- è sicuramente opportuno che ogni valutato possa sapere se, come e con quale motivazione la sua posizione in graduatoria è stata variata e chi è responsabile di tale variazione: l’informazione data al dipendente deve perciò comprendere la posizione originale in graduatoria, il calcolo del punteggio raggiunto con la scheda di valutazione e la classe assegnata
- presso ciascuna struttura deve essere esposta una graduatoria che riporti in prima colonna un numero progressivo (posizione in graduatoria), il punteggio e la classe a cui il dipendente è stato assegnato, in modo tale che tutti possano verificare di essere stati collocati in graduatoria al posto giusto così che, qualora ci fossero stati degli spostamenti correttivi, questi risulterebbero evidenti, consentendo agli interessati di chiederne conto a chi li ha effettuati.
Pubblichiamo una lettera che ha per oggetto la valutazione del PTA, inviata al Rettore da alcuni colleghi dell’area Biblioteche (Lettera al rettore): vale più di tanti ragionamenti e ci ha permesso di ribadire le nostra posizione nei confronti di questo complicato processo.